Veneto nell’alto Adriatico
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Grado
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213
Comune
Grado
Grado è un comune di 7.631 abitanti, importante centro turistico e termale, noto anche come l'Isola del Sole e, per la sua particolare storia, la Prima Venezia.
Sorge su un’isola al margine della laguna a cui dà nome (Laguna di Grado) ed è collegata alla terraferma da una strada che, su una striscia di sostegno artificiale, attraversa la laguna stessa
Posta tra il delta del Tagliamento e quello dell'Isonzo, su un isolotto sabbioso limitato a sud dall'Adriatico e a nord da un ampio specchio lagunare, consta di due parti distinte: il vecchio nucleo, difeso dal mare da una diga, è cresciuto come borgo di pescatori ed è rimasto intatto con campielli e callette, con chiese venerande e con altane; a est di questo, in una zona conquistata al mare, è sorta in epoca recente (dopo che nel 1872 il medico fiorentino Barillai, riconosciuta la bontà del clima e la finezza della sabbia, si fu fatto iniziatore d'un ospizio marino per bambini) una città balneare con alberghi, villini e giardini.
La borgata acquistò importanza particolare soltanto quando Aquileia fu rovinata dagli Unni nel 453, e la sua popolazione, sfuggita ai barbari invasori, si disperse negli abitati dell'estuario, fra i quali Grado, nome che il
vicus portensis
aveva ricevuto. Ivi, da tempo, sorgeva una residenza estiva del vescovo d'Aquileia e una chiesa a essa congiunta; colà i vescovi aquileiesi si rifugiarono dopo l'incendio unnico. Ritornarono alla loro antica sede, qualche tempo dopo, ma quando nel 568 i Longobardi irruppero in Italia, l'arcivescovo Paolino fuggì a Grado coi tesori della sua chiesa e vi fissò stabile residenza. La chiesa gradese continuò però a chiamarsi aquileiese.
Dal 606, dopo la morte dell'arcivescovo Severo, si ebbero due arcivescovi, che ambedue si chiamavano Aquileiesi, uno a Grado, chiamato Nova Aquileia e protetto prima dai Bizantini poi dai Veneziani, e l'altro nel Friuli Longobardo. Ne sorse una lotta fra le due sedi che durò per lunghi secoli e la cittadina di Grado ne sofferse talvolta invasioni e rapine, come quando nel 662 il duca Lupo del Friuli la saccheggiò o quando il patriarca Popone, nel 1042, la mise a ferro e a fuoco e ne depredò i tesori. In seguito il patriarca di Grado trasportò la sua residenza abituale a Venezia e diede così origine al patriarcato veneziano. Grado cadde nell'oscurità e per lunghi secoli fu villaggio di pescatori (fonte:
https://www.treccani.it/enciclopedia/grado_%28Enciclopedia-Italiana%29/
, ultima consultazione: 24.080.2023).
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